"Chiediamo alle cittadine e ai cittadini di essere presenti e di portare una piantina di primule o un fiore da depositare sulle macerie, piante e fiori che evochino il giardino che vorremmo nascesse lì dove si sono spente giovani vite, il giardino che vorremmo al posto del cemento, piazza inclusa". L'appello - per il sit-in programmato domenica 6 febbraio - è di Antonietta Centofanti, rappresentante del Comitato Familiari Vittime della Casa dello Studente, e zia di Davide Centofanti, l'universitario vastese che perse la vita sotto le macerie dell'edificio, crollato dopo il terremoto del 6 aprile 2009 in via XX Settembre a L'Aquila. Dichiarazioni che si inseriscono nel dibattito apertosi a seguito delle dichiarazioni del commissario dell'Adsu (Azienda per il Diritto agli Studi Universitari) che aveva lanciato la proposta di realizzare una piazza con parcheggio nel luogo del crollo. "L'Aquila dovrebbe dedicare un giardino della memoria e non un parcheggio che tra l'altro cela dietro finalità commerciali", dice la mamma di uno dei ragazzi morti. "Lì non si butta più cemento - aggiunge Antonietta Centofanti - non permetteremo di fare affari, di fare i soldi con gli studenti anche da morti".