Oggi è l'''eroe''. Quel magico sinistro che ha spianato all'Italia la strada per il raggiungimento della finale di Coppa del Mondo resterà a lungo nella mente e nel cuore di ogni tifoso italiano. Fabio Grosso, calciatore pescarese di 29 anni, è tra i grandi ed indiscussi protagonisti di questo Mondiale tedesco 2006. Per la truppa di Lippi è un autentico ''talismano'': si è procurato d'astuzia il rigore che all'ultimo minuto di Italia-Australia ha consentito agli azzurri di staccare il biglietto per i quarti, ieri, nella notte di Dortmund, ha timbrato il gol più importante, liberando la gioia e l'entusiasmo di una nazione intera. Fabio Grosso è cresciuto calcisticamente nella Renato Curi, società del Pescarese qualche anno fa regina indiscussa del panorama ''pallonaro'' giovanile. Ed è stato anche vicino, molto vicino, a vestire la casacca biancorossa della Pro Vasto. Era la stagione 1997/98: dopo il fallimento della Vastese nel 1994/95 e due stagioni interlocutorie con il Vasto Marina in Promozione, ecco la nuova Pro Vasto guidata a livello societario da Nicola Natale e Giovanni Bolognese ed in panchina da Donato Anzivino. Grosso, in quel periodo, veniva impiegato da rifinitore, alle spalle di due punte con risultati di tutto rilievo (45 gol messi a segno in tre stagioni). Su di lui aveva messo gli occhi proprio Nicola Natale, oggi vice presidente della società biancorossa, che aveva già ingaggiato altri giocatori dalla stessa Curi (Davide Ruscitti, Fabio Nepa e Fabio De Fabritiis). Ma non se ne fece niente, Grosso rimase alla Renato Curi e l'anno dopo finì al Chieti, in C2, dove confermò, nei successivi tre campionati quelle qualità che lo hanno portato prima al Perugia di Serse Cosmi in serie A, che gli ha ricucito quel ruolo di esterno sinistro che lo ha portato all'apice del successo, poi al Palermo e quindi all'Inter.