Prima le dichiarazioni polemiche di Filippo Di Nardo, presidente del Circolo Villaggio Siv relativamente alla decisione del Comune di mettere in vendita, tramite asta pubblica, tre proprietà municipali ubicate nel quartiere. Poi la 'telefonata burrascosa' e le reciproche accuse tra lo stesso Di Nardo e il sindaco Luciano Lapenna. Ora spuntano anche degli striscioni che contestano le scelte amministrative per alcuni locali e appartamenti dell'area al confine con San Salvo. Situazione sempre tesa, dunque, al Villaggio Siv. "Il Comune ci abbandona", "No alla vendita degli appartamenti pubblici" e "I nostri diritti di comunità non sono in vendita" si legge in alcuni grossi manifesti che sono comparsi nel rione, ben visibili anche dalla strada di collegamento tra Vasto e San Salvo. "Ultimo spazio sociale del territorio e unica presenza in una comunità già colpevolmente abbandonata a se stessa", aveva detto Di Nardo riferendosi alle proprietà messe all'asta. In corso, tra i residenti, una raccolta di firme contro il provvedimento ed inoltre è confermata per il pomeriggio di dopodomani, sabato 16 ottobre, l'organizzazione di un presidio davanti la palazzina pubblica del Villaggio Siv in cui invitati a partecipare amministratori comunali, esponenti politici e delle associazioni e cittadini. Intanto, sulle polemiche della telefonata di ieri, registriamo un'altra nota inviataci dal Circolo Villaggio Siv. "Abbiamo appreso - vi si legge - che il sindaco Lapenna pretenderebbe di decidere lui di persona chi deve rappresentare il Circolo. Questo è un atto grave e di grande arroganza e i cittadini del Villaggio non ci stanno. Esprimiamo, dunque, la nostra solidarietà al nostro neo presidente Filippo Di Nardo, democraticamente eletto. A larga maggioranza rinnoviamo la fiducia al nostro presidente. Inoltre il sindaco ha dichiarato di essersi sempre confrontato con i cittadini del Villaggio Siv, ma questo non è vero. Dal giorno dopo le elezioni, Lapenna non è più tornato al Villaggio Siv per dialogare con i cittadini se non una sola volta perché pressato per settimane e settimane da diversi residenti del nostro quartiere". FOTO di ERCOLE MICHELE D'ERCOLE