ACQUA, POLEMICHE POLITICHE IN VISTA

a cura della redazione
28/06/2006
Attualità
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Quella del 21 luglio prossimo potrebbe essere l'ultima assemblea dell'Ato - l'ente che sovrintende alla gestione del servizio idrico integrato in 92 Comuni della provincia di Chieti - presieduto da Enrico Di Giuseppantonio. Nell'ordine del giorno dell'assemblea, infatti, figurano la surroga dei rappresentanti dei Comuni dove si è proceduto al rinnovo delle amministrazioni nelle ultime settimane. Tra questi ci sono l'ex sindaco di Vasto Filippo Pietrocola che sarà sostituito da Luciano Lapenna, e l'ex primo cittadino di Casoli Giancarlo Barrella a cui subentrerà Sergio De Luca. Risultato: ribaltamento degli equilibri politici dell'assemblea, in cui il centrosinistra potrà contare sulla maggioranza delle quote. Il primo effetto del nuovo assetto, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere la presentazione di una mozione di sfiducia al consiglio di amministrazione in carica, in cui la maggioranza è ancora saldamente in mano al centrodestra. Ma sull'acqua si è aperto anche un nuovo fronte di polemica. A scatenare l'ennesimo scontro è Rifondazione Comunista, che ieri a Lanciano ha lanciato ancora una volta l'allarme privatizzazione. ''Se entro il 31 dicembre prossimo - ha spiegato il deputato Maurizio Acerbo - l'Ato non affiderà la gestione in house del servizio idrico alla Sasi, che è interamente a capitale pubblico, la legge prevede che debba essere bandita una gara d'appalto europea per l'affidamento ai privati, con notevoli aggravi per le tasche dei cittadini''. Secondo Rifondazione nel settore regna il caos più totale: la Sasi non ha ancora approvato i bilanci del 2004 e del 2005 perché i Comuni non hanno provveduto a fornire una serie di dati. Esiste poi un contenzioso giudiziario tra la Sasi e l'Isi, la società del patrimonio. Tutti fattori che bloccano l'affidamento. ''Chiediamo - ha aggiunto Acerbo - maggiore responsabilità a tutti i sindaci e lanciamo un appello anche agli altri partiti della coalizione, perchè se non si esce da questa impasse non escludiamo di provocare una crisi nel centrosinistra''.

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