VICENDA GIUDIZIARIA DELL'ABRUZZO SKY WORLD CUP: CADE ANCHE L'ULTIMA ACCUSA NEI CONFRONTI DELL'EX ASSESSORE REGIONALE MASSIMO DESIATI

Assolto con formula piena per concorso in corruzione dal Tribunale di Sulmona

a cura della redazione
15/06/2010
Attualità
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Assolto con formula piena: il fatto non sussiste. La vicenda giudiziaria è quella che ha interessato Massimo Desiati, in qualità di ex assessore regionale al Turismo, coinvolto nell'inchiesta - iniziata nel 2002 - relativa all'organizzazione dell'"Abruzzo Ski World Cup", le gare della Coppa del Mondo di sci tenutesi sulle piste di Roccaraso. E' quanto ha deciso il Tribunale di Sulmona che ha dunque assolto l'esponente politico vastese dall'accusa di concorso in corruzione. L'inchiesta, avviata dalla Procura di Sulmona, ha riguardato un numero complessivo di 35 persone tra rappresentanti politici, amministratori locali e funzionari. Per Desiati, all'inizio, le ipotesi di reato erano di associazione a delinquere, anche di stampo mafioso, concussione, corruzione, falso, abuso e truffa. In piedi, fino ad oggi, era rimasta unicamente l'ipotesi di corruzione con le altre strada facendo cadute per le decisioni di proscioglimento o archiviazione. "Ci sarebbe da scrivere un libro - ha commentato Desiati, presente alla lettura della sentenza in aula assieme agli avvocati Giovanni Cerella ed Elisa Pastorelli, quest'ultima sua moglie - L'Abruzzo, con questa vicenda, ha perso una grande opportunità di promozione turistica delle sue aree interne e di questo mi dispiace tantissimo. Dedico questa assoluzione - ha concluso - a Nino Sospiri (leader abruzzese di Alleanza Nazionale morto nel 2006, ndr.) e alla sua, anzi alla nostra comunità politica". 'SE IL DIRITTO E' VIOLENZA', IL COMMENTO DI DAVIDE D'ALESSANDRO - "Voi avete gioito per l’assoluzione di Massimo Desiati, ex assessore regionale della Giunta Pace? Io sì. Voi siete contenti della giustizia o della magistratura italiana che dir si voglia? Io neanche un po’. La restituzione dell’onore, dopo tanti anni di presunto disonore, è un boccone amaro che non libera, che non rimuove, che non salva. 2010, Vasto, Abruzzo, Italia, Europa, Mondo. Tutto come prima. Niente di nuovo sotto il sole e dentro le aule dei tribunali. Si assolve e si condanna. Con il diritto. Con il presunto diritto. Ma il diritto, aveva capito tutto Simone Weil, è violenza. La violenza degli ingiusti. Eppure, quanto sono invidiati coloro che hanno il potere di giudicare! È un lavoro da disperati. Un uomo chiamato a giudicare un altro uomo. Chi può spingersi a tanto? Ma pare che qualcuno lo debba fare; pena, così ci dicono, l’avvento del caos. Voi, di grazia, trovate che ci sia ordine tra noi e dentro quelle aule? Io neanche un po’. Auguri a tutti noi e un abbraccio a Massimo".

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