"La proposta e il sogno del consigliere regionale Giuseppe Tagliente di vedere di nuovo insieme Abruzzo e Molise incontrano il nostro incondizionato sì, senza se e senza ma. Di più, anche il Movimento Civico Alleanza per Vasto si farà promotore di iniziative che sappiano meglio definire le ragioni del progetto". E' Davide D'Alessandro, coordinatore di Alleanza per Vasto, a spalleggiare l'idea di Tagliente che in occasione della data del 7 giugno, quella dell'istituzione delle due Regioni separate, aveva lanciato la proposta di lavorare per una prossima riunificazione verso la strada del Federalismo. "Esiste un federalismo d’accatto e becero - continua D'Alessandro - e ne esiste uno intelligente, strategico, in grado di semplificare e di rendere più solide e più uniformi le storie, più consolidate le radici, più attraenti i territori, più efficaci le politiche. Mentre si va delineando (con l’approvazione di un emendamento del relatore al ddl sulla Carta delle Autonomie, Donato Bruno) un taglio delle Province che abbiano meno di 200mila abitanti, con un limite di 150mila per quelle montane (salterebbero Vercelli, Isernia, Fermo e Vibo Valentia) anche solo discutere, ragionare intorno a una prossima (ri)unione di due regioni così contigue e così amiche, fa bene al cuore. Al di là dei benefici che ne deriverebbero in termini sostanziali, è il senso di un nuovo procedere insieme che va colto, di una sintonia di fondo, tra due popolazioni che non hanno mai smarrito il senso dell’appartenenza, lo scambio reciproco di sentimenti e tradizioni". La conclusione: "Noi vastesi, più di ogni altra realtà abruzzese, viviamo e sentiamo il confine con il Molise non come una barriera, non come un limite, ma come un attraversamento di una terra che riconosciamo nostra. Se l’Europa vacilla è proprio perché è stata trovata una moneta comune senza un legame vero tra i popoli. Il legame tra quello abruzzese e molisano non è mai venuto meno. La speranza è che i politici siano illuminati e portino avanti un’iniziativa non di annessione, non di integrazione, non di accoglienza. Non ci sono ricchi e poveri, cittadini di serie A e di serie B. Unire è il verbo - chiude D'Alessandro - Ancor più di federare".