Ha ancora tanti amici ed estimatori, a Vasto in particolare, ma in un po' tutto il territorio, monsignor Loris Capovilla dal 1967 al 1971 arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto. Domenica 23 maggio toccherà il ragguardevole traguardo dei settant'anni di sacerdozio. Domenica scorsa l'ha raggiunto a Sotto il Monte, località in provincia di Bergamo nella quale risiede da anni, l’attuale vescovo di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, celebrando con lui la Santa Messa. Loris Capovilla, nato a Pontelongo (Padova), fu ordinato sacerdote il 23 maggio 1940 e incardinato nel clero del Patriarcato di Venezia: prestò poi servizio pastorale come cappellano militare durante la seconda guerra mondiale e dopo l'8 settembre 1943 collaborò con la Resistenza partigiana; iniziò poi a lavorare alla curia patriarcale ed Angelo Giuseppe Roncalli (il futuro papa Giovanni XXIII), eletto alla sede di Venezia nel 1953, lo scelse come suo segretario personale. Dopo l'ascesa al soglio di Pietro di Roncalli, Capovilla mantenne il suo incarico e lo seguì a Roma: rimase il suo più stretto collaboratore per tutto il suo pontificato (fino al 1963) partecipando anche ai lavori del Concilio Vaticano II. Il successore di Giovanni XXIII, papa Paolo VI, lo elesse arcivescovo di Chieti il 26 giugno 1967 e lo consacrò il 16 luglio successivo: introdusse nella diocesi le riforme del Concilio, ma fece sempre prevalere la componente meditativa e profetica e l'attenzione ai problemi sociali sulla dimensione strettamente ecclesiale ed operativa. Il 25 settembre 1971 venne trasferito alla sede titolare di Mesembria (che fu già di Roncalli, quando venne nominato Delegato apostolico in Grecia e Turchia) e venne nominato Prelato di Loreto, con il titolo di arcivescovo: in tal veste lottò contro il devozionalismo che caratterizzava la fede dei frequentatori del santuario della Santa Casa, uno dei più importanti in Europa, e si impegnò a far riscoprire la vera immagine di Maria di Nazareth. Abbandonata la Prelatura il 10 dicembre 1988, si è ritirato a Sotto il Monte (dove attualmente risiede), il paese natale di Papa Giovanni XXIII, di cui monsignor Capovilla è rimasto, per tutti questi anni, un fedele custode sia della memoria storica che spirituale, contribuendo, con lunghe interviste, a trasmissioni televisive ed a documentari storici. Può essere considerato, a tutti gli effetti, la memoria vivente di Papa Giovanni XXIII, il 'Papa buono'.