Oramai da mesi si assiste, a Vasto, ad una fondata polemica in ordine alle contraddizioni verificatesi nell'applicazione del vigente Piano regolatore, al cospetto del Piano di Assetto Idrogeologico regionale, approvato nella precedente legislatura. In definitiva, il Comune ha rilasciato autorizzazioni edificatorie nel rispetto del proprio P.R.G. rivolgendo, però, uno scarso interesse alla cartografia contenuta nel Piano regionale di protezione del territorio. Un fulgido esempio di autonomia amministrativa ... Chi scrive portò in approvazione quel Piano, assumendosi la grave responsabilità di inibire le potenzialità edificatorie in tanti comuni abruzzesi, il cui territorio non avrebbe potuto sopportare ulteriore gravame edilizio. La Regione si sarebbe dovuta munire da tempo di quel Piano di carattere ambientale ma nessuno aveva mai preso quella decisione, per alcuni aspetti, anche impopolare. La prefazione al Piano recita: ''Per la prima volta un territorio ampio circa 8.522,4 kmq, amministrativamente suddiviso in quattro Regioni (Abruzzo e Molise, Marche e Lazio), sette Province (L'Aquila, Teramo, Pescara, Chieti, Isernia, Ascoli Piceno e Rieti) e 272 Comuni, è analizzato nelle sue componenti fisiche con lo scopo di evidenziare le situazioni di pericolosità e rischio geologico presenti. La redazione del Piano si è sviluppata attraverso una fase conoscitiva che ha consentito la raccolta, l'analisi e l'organizzazione dei dati esistenti. Le informazioni ricavate sono state sottoposte ad una prima verifica ed aggiornamento attraverso controlli in situ e, particolarmente, attraverso confronti diretti con la gran parte dei Comuni interessati in una fase di pre-concertazione, che a tutti gli effetti anticipa e amplifica le cosiddette ''conferenze programmatiche'', legislativamente previste quali fasi e sedi in cui raccogliere le osservazioni formulate dagli Enti Istituzionali e successive all'adozione del Progetto di PAI.''. Tra le tante leggi regionali, inutili o spendaccione, quella contenente il P.A.I. rappresenta, per la l'Abruzzo, una vera pietra miliare posta grazie ad un lavoro lungo e gravoso dei tecnici della Direzione territorio facente capo all'Assessorato di cui ero responsabile. Non certo per atteggiamento di vanagloria, devo ricordare la reale fatica che portò ad un risultato importante per la sicurezza pubblica e per il rispetto dell'ambiente. Parallelamente, ci si prodigò nella ricerca di finanziamenti, presso il Ministero dell'Ambiente, per la messa in sicurezza di ampi territori regionali e partirono rilevanti opere di consolidamento per molti comuni tra cui Vasto, quest'ultimo per un importo complessivo di 6 milioni e 500mila Euro ! Altri finanziamenti interessarono molti comuni nelle medesime condizioni. Determinante fu l'impegno, nei confronti del Ministero, di redigere il P.A.I. al fine di ottenere quei finanziamenti, mai ottenuti in misura così copiosa per la nostra Regione ! Chiaramente, molti privati, il cui scopo non era necessariamente speculativo, videro svanire la possibilità di edificare le proprie abitazioni su quei terreni ricadenti nelle zone inibite alla costruzione o altrimenti vincolate a poderose opere di consolidamento ed io ricordo l'umano scoramento di chi aveva sognato di poter godere delle bellezze cittadine da un sito magari acquistato con sacrificio. Alcuni si avventurano ugualmente nel realizzare manufatti, sostenuti, nella loro scelta, da una interpretazione delle norme, da parte del Comune di Vasto, oggi ritenuta discutibile dalla Magistratura. Ma la norma pubblica o è o non è ! Se poi questa è posta a salvaguardia della incolumità generale e dell'ambiente, ancor di più !