Su iniziativa dell'associazione culturale ''Francesco Paolo Votinelli'' di Vasto, nell'auditorium dell'Istituto Figlie della Croce, si è tenuta una conferenza sul tema: ''Capitalismo e solidarietà. Quale dialogo nell'epoca della globalizzazione''. Tra i relatori il prof. Stefano Zamagni, ordinario di economia politica e Giuseppe Ranalli, imprenditore membro della ''Fondazione per la Sussidiarietà e Compagnia delle Opere''. Qui di seguito il testo di una nota del presidente dell'associazione ''Votinelli'', Vincenzo Bassi, animatore ed organizzatore dell'importante appuntamento. ''In questi ultimi anni si avverte sempre di più la necessità di coniugare la logica del mercato con quella della solidarietà, alla luce del fatto che l'epoca della globalizzazione ha acuito la differenza tra i ricchi ed i poveri, e che le opportunità della globalizzazione sono soprattutto di quelle persone e di quei paesi che stavano meglio già prima che la globalizzazione esplodesse. Dunque, quale la via da seguire per il futuro? Le linee teoriche di una solidarietà nell'epoca della globalizzazione sono state disegnate dal Papa Giovanni Paolo II, proprio in un suo discorso di fine 1999. In particolare, secondo il Pontefice, ''gli uomini dovranno intessere di solidarietà le reti delle interdipendenze economiche, politiche e sociali, senza ricadere negli errori ideologici commessi nel XX secolo''. Questo richiamo sembra raccomandarci di non insistere in una pura contrapposizione tra capitalismo e solidarietà in quanto lo stesso capitalismo - al contrario - può diventare un elemento essenziale del bene-solidarietà. Anche in realtà di Provincia, oramai, la globalizzazione ha fatto il suo ingresso portandosi dietro tutti i suoi problemi ed incognite. Il panorama economico del vastese è costituito da una strana commistione tra piccola, media e grande impresa in cui quest'ultima, spesso, svolge una funzione di controllo e di direzione nei confronti delle altre. Un tale paradigma imprenditoriale deve necessariamente evolversi e, per fare questo, i nostri imprenditori devono prendere maggiormente conoscenza delle proprie capacità e potenzialità per poter meglio affrontare le difficili, ma non impossibili, sfide che la globalizzazione riserva. Tuttavia, un successo, anche economico/imprenditoriale, non può esserci se le imprese dimenticano l'ambiente sociale in cui operano, non investendo in quelli che alcuni chiamano beni relazionali. In altre parole, un imprenditore non può avere successo senza essere portatore di valori ulteriori come la solidarietà ed il rispetto reciproco''.