In sala operatoria c'era entrato per farsi togliere un testicolo malato (per via di una patologia tumorale), con la prospettiva di risolvere un problema di salute di non poco conto e, soprattutto, con la fiducia, assolutamente legittima, di poter continuare, anche dopo la delicata sottrazione, una normale vita sessuale e di poter generare figli. Ma in quella stessa sala operatoria per 'distrazione' - inconcepibile e inammissibile - il chirurgo gli ha tolto il testicolo sano, sostituendolo con una protesi. E l'uomo, così, si è ritrovato sterile senza alcuna possibilità di rimedio, col desiderio sessuale pressoché azzerato e con la necessità di dover pure continuare le cure per impedire al tumore di aggravarsi e diffondersi ulteriormente e pericolosamente. In poche parole un autentico ‘calvario'. Oggi, a distanza di qualche anno da quel brutto episodio, l'uomo si è anche per certi versi ripreso. Ma, fisicamente e psicologicamente, ha dovuto sopportare ed affrontare un percorso devastante. Ed è per questo che il Tribunale di Milano gli ha riconosciuto un risarcimento certamente corposo, di 350mila euro, a carico del chirurgo che ha eseguito l'operazione e dell'ospedale dove è stato operato. Non solo. Un indennizzo, di complessivi 100mila euro, è stato assegnato anche alla moglie, pure lei evidentemente e pesantemente coinvolta dall'accaduto. Protagonista del ‘fattaccio', suo malgrado, un tecnico informatico abruzzese che oggi ha 35 anni, assistito dall'avvocato Pierpaolo Andreoni del Foro di Vasto. Dopo che gli viene diagnosticato il tumore al testicolo si rivolge, giustamente, ad una delle strutture cliniche e sanitarie più prestigiose d'Italia, l'Istituto dei Tumori. Il 17 maggio 2004 avviene l'operazione e, come anticipato, si concretizza il terribile errore del chirurgo. E quando medico e suo staff si rendono conto dell'enorme leggerezza, ormai, è troppo tardi. C'è solo da insistere con la terapia verso il testicolo malato. Via con le denunce, allora. Qualche giorno fa, al termine di un lungo processo con relative numerose perizie, il giudice del Tribunale di Milano Damiano Spera pronuncia la sentenza che condanna medico ed ospedale. "All'esito della radioterapia - si legge nella sentenza - veniva riscontrata una diminuzione drastica dei livelli di testosterinemia nonché l'assenza completa di spermatozoi; da una Tac al torace si riscontrava nuovamente la presenza di una formazione micro nodulare a livello del lobo inferiore sinistro; dalle successive visite effettuate dall'attore emergeva un calo del desiderio sessuale ed una riduzione del testosterone, tali da necessitare l'inizio di una cura mirata; nel luglio del 2007, dai riscontri clinici non emergevano metastatizzazioni o altra progressione della malattia; l'asportazione del testicolo sano, in luogo di quello patologico, ha comportato la sterilizzazione dell'attore con conseguente riduzione della libido; l'attore deve dunque ricorrere ad una terapia ormonale sostitutiva mensile per il ripristino di una performance funzionale dell'attività sessuale". Il risarcimento, ha poi stabilito il giudice, deve essere esteso anche alla moglie del professionista abruzzese, assistita dall'avvocato Leda Arditelli, pure lei del Foro di Vasto. Il riconoscimento, in questo caso, è stato disposto sulla base della considerazione che tra i diritti della coppia ci sono anche "gratificazioni, supporti, affrancazioni e significati di cui la sfera sessuale è una componente fondamentale".