No, no e no. Questa è la risposta che troppo spesso le Amministrazioni comunali danno alle proposte chiamiamole ‘stravaganti’ di associazioni o semplici cittadini, ma sono quelle risposte che scatenano, per reazione o dispetto, l’effetto contrario. Risposte date, in fin dei conti, senza nemmeno valutare la fattibilità della proposta avanzata. E allora abbiamo voluto sollevare uno dei problemi che di solito affliggono le città: i murales. Spesso vediamo muri imbrattati soprattutto nel centro storico e quando si vede ad esempio il Palazzo d’Avalos o altre strutture che comunque danno prestigio alla città, devastate da scritte o disegni, ci piange quasi il cuore. Ma dall’altra parte bisogna capire che anche quella è un’espressione di arte, di uno stato d’animo del momento, o a volte solo un modo per far leggere a qualcuno una frase, un pensiero. Spesso è anche un segno di protesta. Molte volte le scritte sono contro qualcosa, contro qualche iniziativa, spesso contro la costruzione di qualche palazzo, etc. A volte sono vere e proprie opere d’arte fatte con cura e soprattutto spendendoci tempo e denaro: un modo per sfogarsi. Ed allora bisogna andare incontro a quanti manifestano in questo modo da una parte per lasciare loro la libertà di farlo, dall’altra per evitare che opere d’arte, monumenti o semplici palazzi privati vengano comunque ‘violati’ o addirittura, passateci il termine, ‘stuprati’. E’ così vogliamo lanciare un’idea, una proposta che possa conciliare le due esigenze, ovvero quella di preservare la città e mantenerla pulita, e quella di far esprimere un’arte di strada, chiamiamola così. Bisogna concedere degli spazi ove i ragazzi e spesso veri e propri professionisti della bomboletta spray, chiamati writers, possano disegnare ciò che si sentono o solamente lasciare messaggi e scritte. Una specie di muro dello sfogo ove tutti possono accedere e disegnare ciò che vogliono, stabilendo, comunque, anche delle regole nel rispetto della privacy e del tempo che quelle opere possono restare lì. Insomma, se la proposta sembrerebbe choc, ci si può consolare pensando che anche un critico d’arte quale Vittorio Sgarbi, ora Sindaco di Salemi, un paese in Sicilia, ha pensato a questo. Infatti, ha permesso, tramite un provvedimento, che i writers potessero disegnare su dei palazzi definiti degli ‘scempi pubblici’ molti dei quali costruiti dal ‘60 in poi, a volte non terminati, con un patto molto chiaro e preciso: vi diamo questi spazi ma non sporcate il resto della città. Sembra una bella idea anche perchè i writers hanno dalla loro diverse ragioni, soprattutto quella per la quale a volte questi disegni vanno ad abbellire muri in cemento armato che altrimenti sarebbero un cazzotto nell’occhio del passante, data la grandezza. E allora la proposta è questa: concedere a questi veri e propri ‘artsti di strada’ o a volte semplicemente persone che vogliono esprimere un pensiero, dei muri sui quali possano scrivere, disegnare e dipingere, come magari possono essere quelli in località Sant’Onofrio già utilizzati, a patto che oltre i posti stabiliti, non sporchino altri muri per esempio nel centro storico o comunque in zone non stabilite. Insomma, da una parte una bacheca dei messaggi d’amore o semplicemente di frasi rivolte a qualcuno, e dall’altra disegni o pitture che possano abbellire grandi muri vuoti di cinta alle strade, etc. E’ questa la proposta che lanciamo e che speriamo sia presa in considerazione dall’Amministrazione comunale che dovrebbe pensare sempre di più al decoro della città, che è uno dei principali biglietti da visita che troppo spesso viene trascurato. Naturalmente siamo a disposizione per ogni chiarimento o collaborazione per questo.