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'Diario di bordo' e ricordo di un giorno tanto atteso e sentito

La processione a mare della Madonna di Santa Maria di Pennaluce

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Il sole riscalda una calda giornata di primavera: è l’8 maggio, giorno della Festa della Mamma ed anche della Madonna di Santa Maria di Pennaluce. La festa in onore della Madonna di Punta Penna è sempre stata una ricorrenza molto sentita e puntualmente vissuta dalla mia famiglia. Papà Antonio, da perfetto “pesciarèule” e uomo di mare, amava questa festa più delle altre in quanto il mercato del porto, come quello di Santa Chiara, era il luogo in cui viveva la quotidiana asta mattutina con l’acquisto del pescato e l’incontro con “armatori” e “marinai”. Sfogliando l’album di famiglia, numerose sono le foto che lo ritraggono sorridente, in compagnia della sua banda di amici, brindare, con un buon bicchiere di vino, alla spensieratezza e all’allegria della gioventù, nel verde prato retrostante la chiesa di Punta Penna. Momenti semplici di gioia vissuti successivamente con la famiglia ed i parenti tutti riuniti attorno ad invitanti tavolate, seduti su pieghevoli e scomode sedie di legno. La giornata trascorreva spensieratamente all’aria aperta dal primo mattino con la vista dall’alto della processione in mare, accompagnata dalla musica della banda, la Santa Messa al ritorno e il pranzo tra i campi. Il pasto veniva preparato a casa e gelosamente trasportato annodato in tovaglie e strofinacci utilizzati per apparecchiare esili e claudicanti tavoli. La lasagna ed i dolci erano le portate immancabili della scampagnata fuori porta ai quali unire la calda porchetta, la “scapece” di Vincenzo Zambianchi e Alfonso Gileno, le calde noccioline di Tonino Costantino e Nicolino Crisanti e le insostituibili birre Peroni acquistate sul posto. Tra noi bambini c’era la gioia nel ricercare, nel prato incolto, l’abbondante pianta spontanea dal sapor dolciastro, “l’erba sulla”, meglio conosciuta come “grampalupina”. La camminata lungo il viale tra le bancarelle degli ambulanti dava il via all’acquisto di vivaci giochi e della pericolosa pallina “yoo–yoo”. Al crepuscolo i colori del cielo mutavano donando spettacoli indimenticabili di giochi di luci riflessi sul mare. Al calar della sera il viale vestito a festa veniva irraggiato dalle sfarzose ed accecanti illuminazioni. Lo spettacolo musicale donava allegra ed energia ed il boato conclusivo dei fuochi pirotecnici ne preannunciavano il finale. Ho sempre sognato da bambina vivere direttamente in mare la suggestiva processione. Esperienza inseguita nel tempo e finalmente felicemente vissuta grazie all’ospitalità dell’armatore Piero Sabatino del peschereccio “Ottavio Padre” ed alla complicità di una splendida giornata di sole. Ore 8,30, sono davanti alla chiesa di Punta Penna. Il tempo sembra essersi fermato: i rintocchi della campana vengono scanditi da una semplice corda energicamente tirata dall’anziano sacrestano. La gente è all’ingresso della chiesetta con le autorità portuali in divisa, il sindaco e gli assessori. Con dirompente vigore sbuca dal viale la musica del complesso bandistico di Gissi. Corro al porto anticipando i tempi della processone per imbarcarmi e qui un nuovo scenario mi accoglie. Sono sparsi in mare numerosi pescherecci vestiti a festa, ornati con bandiere dai mille colori, gremiti di fedeli in attesa dell’arrivo della statua della Madonna. Non manca nessuno: la Guardia Costiera, il servizio Navale dei Carabinieri, i sommozzatori delle Giacche Verdi, ci sono anche i pompieri. Il corteo della processione in terra ferma si avvicina e la statua della Madonna di Pennaluce viene imbarcata sul peschereccio “Walter Natarelli”. Un assordante suono di sirene dà il via alla processione in mare con un corteo di imbarcazioni della marineria locale a seguire. “L’Ottavio Padre” è successivo al “Walter Natarelli” e ospita il giovane gruppo della Banda di Gissi. A ritmo di “Regina degli Angeli” e “Fin che la barca va” la frizzante brezza marina e lo scenario distante della nostra cittadina nutrono i nostri sensi. Giunti dinanzi alla spiaggia di Vasto Marina lo spettacolare corteo vira verso il ritorno ed il vento in poppa ci invita a coprirci. Dalla collina il faro in lontananza ci indica la rotta verso il porto. Giunti all’imbocco del bacino un toccante e commuovente rito si ripete. Le barche sono tutte raccolte come in una grande piazza, i motori si spengono. Una palma ed una rosa rossa vengono depositate in acqua in memoria dei caduti del mare. Le parole di benedizione del parroco e il picchetto delle autorità portuali commuovono i presenti. Il forte suono delle sirene irrompe nel silenzio ed apre le porte all’ordinato rientro in porto. La banchina è gremita di fedeli che da vita ad un nuova processione che accompagna la Madonna in chiesa. La Santa Messa viene celebrata all’aperto e la giornata prosegue tra gli stand gastronomici presenti nel quartiere portuale con l’intrattenimento musicale e i fuochi pirotecnici. C’è ancora tutto: gli scapeciaro, le noccioline, il viale gremito di ambulanti, la porchetta e la birra. Manca solo la scampagnata sul verde prato. Un filo di malinconia mi avvolge: sono tempi passati che rivivono nel ricordo felicemente in ogni festa di Punta Penna. Memoria collettiva di tanti vastesi che in essa “sono cresciuti”. Una festa che continua a vivere nella pienezza della sua tradizione grazie alla passione per le proprie radici e all’amore per la propria terra da parte di un comitato organizzativo di “vastesi doc”, uomini maturi, ma ancora molto vigorosi: Remo Salvatorelli, Gabriele Pavone, Achille e Nino Muratore, Walter Natarelli, Michele e Cesario Bosco, Luigi Sabatini, Mastro Gino, Cesario Salvatore. Ringraziandoli voglio chiedere loro se dal prossimo anno posso far parte del gruppo per condividere momenti di spensieratezza e di allegria nel verde prato. Spensieratamente ed allegramente Miranda Sconosciuto La figlia di “Ndonio la cicatille” Evento presente su You Tube “Vasto Festa della Madonna di Punta Penna” Riprese e montaggio Nicola Cinquina FOTO ARCHIVIO MIRANDA SCONOSCIUTO
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