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LE TRE ORE PIU' LUNGHE DEL NUOVO VESCOVO

L'ingresso di monsignor Piero Santoro nella diocesi di Avezzano

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Sono le 17,09 di sabato 15 settembre dell'anno Domini 2007 quando monsignor Pietro Santoro varca la soglia della Cattedrale di Avezzano. E' scortato da due Vescovi (Bruno Forte e Lucio Renna), un centi-naio di preti e diaconi (delle Diocesi di Chieti ed Avezzano) e da due carabinieri in alta uniforme. Viene accolto da un applauso fragoroso che dura fino a quando arriva all'altare affianco al quale troverà i gonfaloni dei Comuni di Vasto e San Salvo e di Avezzano e della Provincia dell'Aquila). Lungo il percorso asperge con aspersorio con l'acqua benedetta tutta la folla che lo abbraccia nella navata. Si ferma solo per baciare la diletta nipotina. Versa tante di quelle lacrime con cui avrebbe potuto sostituire l'acqua benedetta se questa si fosse finita (alla fine della solenne cerimonia sarà lui stesso a rivelare che il Vescovo di Chieti, già suo superiore e soprattutto suo amico, ad un certo punto gli ha ordinato: ''Basta lacrime!''). Arrivato di fronte all'altare si siede, spalle al popolo, e ascolta la lettura da parte del Cancelliere di Curia della Lettera Apostolica con cui il 28 giugno Benedetto XVI lo aveva eletto Vescovo dei Marsi. ''Da questo momento - dirà l'amministratore diocesano Domenico Ramelli dopo che il popolo avrà diligentemente ascoltato il contenuto della Bolla Pontificia - monsignor Pietro Santoro è anche giuridicamente vescovo di questa Diocesi''. Nuovo applauso e nuovo lacrime, sia del vescovo che di tanta gente presente. Quindi inizia la celebrazione e stavolta il protagonista unico (per usare un termine ''sociologicamente moderno'') è il nuovo vescovo. I due confratelli gli stanno affianco, ma si limitano a fare le preghiere peri fedeli e in memoria dei Santi.
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