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PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE?

Una lunga ed articolata riflessione dell'Arci Vasto-San Salvo

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Si torna a parlare con insistenza dell'ampliamento del porto di Punta Penna, continuando così, ad esprimere territorialmente una sorta di schizofrenia nella programmazione, infatti nella zona abbiamo ben tre programmazioni: quella naturalistica ambientale della riserva di Punta Aderci (D'Erce), quella industriale del porto, quella turistica strutturale del porticciolo turistico. Possono convivere senza ostacolarsi a vicenda queste tre cose? Noi pensiamo proprio di no, la programmazione deve avere assolutamente una priorità, altrimenti rimarrà sempre una incompiuta per tutto. Noi pensiamo senza dubbio, che nella zona di Punta Penna, la priorità vada riservata alla Riserva, questo perché lo sviluppo economico che può generare, è uno sviluppo economico che non ha concorrenza nella zona, lo sviluppo economico eventuale del porto avrebbe sempre il timore della concorrenza dei porti di Ortona e Manfredonia, il porticciolo turistico avrebbe sempre la concorrenza di San Salvo, Montenero e Fossacesia. In una stagione turistica che sembra mostrare crisi per tutti, la Riserva di Punta Aderci, pur senza il suo strumento di gestione (piano di assetto naturalistico) non solo tiene, ma incrementa le presenze e l'attenzione in maniera evidente, basta andare sulla spiaggia di Punta Penna per vedere quanti turisti la frequentano quotidianamente con costanza e amore, molti di loro vengono a Vasto solo perché esiste la riserva. Si provi ad immaginare quale flusso potrebbe portare l'attivazione della riserva della Costa Teatina con percorso pedonabile e ciclabile sul ex tracciato ferroviario, pensate quale attrattiva potrebbe avere la futura Riserva regionale di Casarza (sperando in una sua immediata istituzione appena dopo l'estate). UN FLUSSO TURISTICO CHE NON AMA ''IL TUTTO INCLUSO'' ma che per cultura ama portare richezza a tutto il territorio, ai B&B, alle trattorie, ai mercatini, ai pub, ai piccoli alberghi e affittacamere ecc... un flusso turistico che per propria cultura non ama farsi sequestrare dalle mega strutture alberghiere che spesso creano un flusso di denaro a circuito chiuso, turisti che non vivono passivamente il territorio che li ospita ma cercano di entrarvi dentro il più possibile. Questa è l'unica tipologia turistica che permette di allungare la stagione, vero ed unico problema della nostra economia turistica, una tipologia turistica che cerca le risorse naturali uniche come quelle che il nostro territorio possiede in maniera esclusiva (LA LECCETA DI TORINO DI SANGRO, LA RISERVA DI DON VENANZIO, LA RISERVA DI PUNTA ADERCI, LA RISERVA DI CASARZA la diamo per istituita sperando di non essere smentiti, LA RISERVA DELLE DUNE DI VASTO MARINA, IL BIOTOPO DI SAN SALVO, LA RISERVA LUNGO LA FOCE DEL TRIGNO) una rete naturalstica ambientale eccezionale e diversificata. E' chiaro che il porto esiste e non può essere eliminato, più che ampliato va posto in sicurezza sopratutto per la nostra flotta peschereccia e per la piccola pesca, un porto si amplia in virtù del sviluppo industriale a suo ridosso, ma è chiaro che sviluppo industriale vuole dire sicura riduzione dell'attrattiva turistica del luogo. UNO MICA E' SCEMO, NON VA CERTO IN VACANZA IN MEZZO ALLE FABBRICHE! Del resto nel 1997 l'ampliamento del porto di Punta Penna fu bocciato dal Ministero dei Lavori Pubblici perché ritenuto sovradimensionato per la realtà locale e in chiara concorrenza con il porto di Manfredonia (vi fu a proposito anche una interpellanza parlamentare del Senatore Carella proprio di Manfredonia), non ci sembra che in questi ultimi dieci anni vi sia stato lungo la costa medio-basso adriatico un sviluppo industriale tale da giustificare l'ampliamento di altri porti lungo la costa adriatica. Al contario l'industria è in forte crisi a causa della concorrenza dei paesi dell'est, della Cina, dell'India ecc... L'industria in questi anni ha perso migliaia e migliaia d posti di lavoro, solo parzialmente recuperati dai servizi e dal turismo.
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