Nei primi cinque mesi del 2006 le morti bianche in Italia sono state 469: esattamente lo stesso numero dell'anno scorso. A una prima e superficiale analisi, dunque, i dati elaborati dall'Anmil, l'associazione mutilati e invalidi sul lavoro, su fonte dell'Inail, rivelano un trend costante negli infortuni sul lavoro. Conclusione affrettata e subito smentita a una lettura più approfondita del rapporto.
Numeri alla mano, infatti, soltanto lo scorso maggio, gli incidenti mortali sono stati 126, ovvero il 4,13% in più rispetto al maggio 2005. Dato che evidenzia come gli incidenti sul lavoro siano in realtà in aumento. Cresciuti di oltre cento mila unità , sono infatti passati da quota 375.215 dei primi cinque mesi del 2005 ai 376.495 della stessa data nel 2006.
E il peggio deve ancora arrivare. ''Statisticamente - ha infatti detto il presidente dell'Anmil, Pietro Mercandelli - il picco degli infortuni sul lavoro, si raggiunge nei mesi di giugno e luglio, particolarmente intensi per le attività edilizie, agricole e anche manifatturiere''. Per questo, ''sono ormai necessarie azioni immediate da parte del governo'' per arginare il fenomeno, ha concluso Mercandelli. E dal governo la risposta non si è fatta attendere. ''I dati sono gravi e sconcertanti. Il 30 agosto - ha annunciato il ministro del lavoro Cesare Damiano - ci sarà l'apertura ufficiale del tavolo sul lavoro nero con le parti sociali, in vista della prossima legge finanziaria''. Il ministro ha assicurato che ''stiamo operando per una svolta radicale'' e che il testo unico sulla sicurezza sul lavoro vedrà la luce ''entro la fine dell'anno''. E non solo: il ministero si è già attivato per ''una seconda conferenza nazionale sulla sicurezza e sulla salute nei luoghi di lavoro che si terrà nell'autunno a Napoli, in una delle regioni più colpite da questo fenomeno''. Era stato lo stesso Mercandalli a ricordare che ''ogni incidente porta con sè gravi danni umani e familiari. Oltre al costo che la collettività intera è chiamata a sostenere: elevatissimo in termini economici, laddove alcuni traggono profitto dai risparmi sulle misure di sicurezza''.
Scandagliando il calendario, in particolare, le morti bianche sono state 90 a gennaio, in aumento del 4,65% rispetto al gennaio 2005; 76 a febbraio (lo stesso numero di febbraio 2005); 93 a marzo, con un incremento del 3,33%. Solo ad aprile, il fenomeno ha registrato un notevole calo (-12,50%) ma è probabile che sia dipeso dalle ferie pasquali. E' poi ripreso il trend in ascesa: volendo semplificare, a maggio sono morte 4 persone ogni giorno (domeniche incluse) sul luogo del lavoro. Il segretario nazionale della Fillea-Cgil, Mauro Macchiesi, punta il dito contro ''l'assenza dell'impresa nei cantieri''. ''Oggi - denuncia il sindacalista - nei cantieri ci sono i caporali al posto dell'impresa: ciò significa scarsa professionalità e organizzazione del lavoro molto improvvisata''. Inoltre, sottolinea Macchiesi, ''il rapporto tra giornate lavorative e infortuni mortali di fatto è un infortunio al giorno se si considera che i giorni lavorativi dovrebbero essere 22 al mese''. Più in generale, invece, gli incidenti sono aumentati nei primi cinque mesi in media dello 0,34%: anche in questo caso, a maggio l'incremento è stato sostenuto (4,3%) ma soprattutto a gennaio (+5,01%). Quasi stabile l'andamento a febbraio (0,16%), in ascesa a marzo (3,81%) mentre ad aprile c'è stato un calo del 12,07%. Tirando le somme, a maggio gli incidenti sono stati 90.161, quasi 3.000 al giorno, anche qui domeniche incluse.