Nei giorni di vacanza del presidio davanti all'ex Golden Lady di Gissi, la proprietà della Silda (di cui è titolare Daniele Di Battista) è tornata a far sentire la propria voce dalle colonne del Corriere Adriatico - distribuito nelle Marche - il giorno di Ferragosto.
Il messaggio farà sicuramente correre un brivido agli ex lavoratori dell'azienda calzaturiera. «La famiglia Del Gatto vuole produrre calzature cento per cento Made in Italy nel territorio di Gissi o in qualsiasi altro ambito in cui la volontà di lavoro sia preponderante rispetto a quella, pur legittima, di passiva percezione degli ammortizzatori sociali». I presidi che nella seconda metà di luglio sono andati avanti 24 ore su 24, infatti, avevano l'intento di lanciare il chiaro invito alla Silda di abbandonare gli stabilimenti della Val Sinello.
Nell'articolo del Corriere Adriatico viene ripercorsa in modo sommario l'avventura della Silda in Abruzzo; vengono citate le difficoltà causate dalla scelta dell'ex ministro del Lavoro Fornero di non rifinanziare la formazione on the job e i «picchetti di parte delle maestranze» per impedire la fuoriuscita di materie prime e semilavorati dall'azienda.
Il pezzo si conclude con l'assicurazione che «i conti dell'azienda sono in perfetto ordine e le prospettive sono rosee» grazie alla crescita dei mercati di Russia e Cina.
I conti della Silda sarebbero quindi in regola, ma i nodi sono tutti lì sul tavolo in attesa di essere risolti: mancato versamento degli stipendi di maggio, giugno e luglio (che l'azienda dovrebbe corrispondere per una sola settimana al mese, visto che le altre sono coperte dalla cassa integrazione), mancato rispetto degli accordi (grazie ai quali i lavoratori hanno permesso il carico delle merci) che stabilivano i termini entro i quali versare le mensilità , le ferie e la tredicesima e il mancato versamento delle quote aziendali e a carico dei lavoratori (quest'ultime trattenute sugli stipendi) al fondo previdenziale Previmoda.